'' AL SANTO PATRONO - Bartolomeo '' di Gennaro Ciampolillo

AL SANTO PATRONO
Bartolomeo

Qui a Vallata, dentro al centro antico
s'erge la Chiesa Madre di cui dico.
È dedicata ad un grande, amato Santo,
alta, imponente, del paese vanto.

Il suo colore è quello del cemento,
le sue campane da lontano sento.
Ampio e rotondo noti un bel rosone
che al passante suscita emozione.

Sopra i muri, s'aprono intarsiate
ampie finestre, tutte decorate
da storie ispirate dai Vangeli
e i suoi vetri sembrano dei veli.

Dentro campeggia, lì, sopra l'altare,
un quadro del Lanfranco, da mirare:
ricordo di quel martire siriano
che s'immolò per essere cristiano.

Negli anni subì danni e fu ferita,
dal tempo e terremoti aggredita
ma fu rifatta sempre con amore
con l'orologio a battere le ore.

Patrono del paese di Vallata,
a lui la chiesa venne consacrata,
e sulla dura roccia venne eretta
col campanile, che a lato svetta.
L'apostolo di Cristo, giudicato
e, per la fede espressa, condannato,
fu crocifisso, privato della pelle:
per lui s'eresser le chiese e cappelle.

La spoglia sacra a Roma fu traslata
ma nella piazza, in basso, di Vallata,
la statua ci ricorda il suo ardore:
se la vedete, vi batte forte il cuore.

Sembra una vela, spinta via dal vento,
presso la chiesa, il suo monumento.
Lì puoi notare il bel barbuto viso
che mira in alto verso il Paradiso.

A fine agosto, Vallata, ogni anno onora
la sua memoria che persiste ancora
in chi accorre, per rendergli l'omaggio,
e pellegrino ha intrapreso il viaggio.

Con la sua festa, finisce ormai l'estate
e le vacanze sono terminate.
La processione porta in trionfo il Santo,
qualcuno prega, ad altri scorre il pianto.

A sera, tra canzoni e bancarelle,
ci scambieremo le ultime novelle.
Domani molti, pieni di bagagli,
ritorneranno a casa ed ai travagli.
 
Gennaro Ciampolillo

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