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PER SAVERIO.

Stavo partendo, verso il mio viaggio ma mi raggiunse triste un messaggio che annunciava duro, come un torto: "Rino, lo sai che Saverio è morto?". Sembrò uno scherzo, sopra il cellulare ma nella piazza, poi, s'udì il vociare di chi quella notizia già portava, di Saverio che ormai più non ci stava. Tornò la mente al sito di Vallata, a ogni sua ricetta lì spiegata, a tutte quelle sue fotografie, ai suoi pensieri sulle mie poesie. Addio Saverio, con le mani in croce disteso sopra il letto, senza voce, con l'occhio chiuso ma sembravi attento come a postare l'ultimo commento. Mi mancano, Saverio, le sfuriate, e quelle nostre intense litigate ed ora penso a quanto è stato vano; non resta che un abbraccio da lontano. Ora ti lascio solo qualche fiore e mesta una preghiera con il cuore. Vivi Saverio, da ora, ogni giornata, girando per la tua cara Vallata. Scorgi, dall'alto, ogni suo segreto, percorri ogni sentiero, ogni greto come da qui facevi ogni mattino, in cerca di castagne e del porcino. Col tuo paniere pien di cose belle, ricolmo di chiodini e cardarelle, noi ti ricorderemo, assai contento, lì da Teodoro, presso il monumento. Or viaggi verso il cielo più stellato, guardando il tuo paese addolorato ma sento che ti fa da compagnia la dolce nenia di "Patrona mia". Or sulla Terra, qui, Saverio è morto ma su in alto egli è già risorto ed io lo vedo, come fosse ieri, con frutta e funghi dentro i suoi panieri. Gennaro Ciampolillo

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