''Il Maratoneta di Tracce'' di Michele Panno

Il Maratoneta di Tracce

Giammai avrei creduto che fra i tralci
Delle viti il mio cuore si potesse grippare.
Una nube tossica ammorba l’aria
E, in giro si vedono facce di bronzo
Che pronunciano discorsi imbruniti.
Truffatori e bastardi di ideologie,
bivaccano allegramente al bar centrale.
Che brutta festa la cattura!
L’orologio della piazza è fermo:
Da anni segna solo le inettitudini.
Il cratere è un fermento di fandonie
E tutte le zappe sono arrugginite.
Solo io, in cerca di tracce di futuro,
Non ho detto ancora addio alla speranza.

Michele Panno

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