''Rapa Nui (Isola di Pasqua)'' di Michele Panno

Rapa Nui (Isola di Pasqua)

Nei borghi ormai vuoti si inscenano Vecchi riti e nei vicoli deserti Si odono solo lamenti. La luna, nell’ombra Della notte, quasi vergognandosi per L’intera generazione di crimini che Si è abbattuta su questa novella Rapa Nui D’Rapa Nui (Isola di Pasqua), si occulta dietro una nube nera. Qui, in questi anni bui, sono transitati solo Uomini rapaci, armati di inosservanze. Avrebbero potuto alimentare l’intero Territorio di piante fruttuose se non Si fossero limitati ad un losco Commercio di fiori recisi altrove. I nostri padri, per millenni, avevano Colmato di vita questi borghi Ma, questi dissennati impostori sono Riusciti a prosciugare l’umore dei secoli Solo adesso che la campanella ha suonato L’ultimo giro,abbiano capito che denaro non è sempre sinonimo di sviluppo. Nei borghi morenti non c’è più Nessuno che sappia ricostruire, almeno a parole, la grande delusione. Intanto, nei paesi a nascita zero, Si continua a votare, a cincischiare Facendo finta che tutto va bene, Dal nord, continua ad arrivarci di tutto Ma, i Moai eretti col cemento della ricostruzione non ci sopravvivranno.

Michele Panno

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