Vallata - Anna Ferrucci - Soglia -

Anna Ferrucci
"Soglia"

39 poesie
Presentazione di Vincenzo D’Alessio
Casa Editrice DELTA 3

    Anna Ferrucci nata il 16 ottobre 1976 ad Avellino, residente a Vallata (AV) Mostra una vocazione letteraria molto precoce: 
pubblica il suo primo libro a 17 anni, dal titolo “Sensazioni”, con la Casa Editrice ragusana "Libro Italiano “.
Studia Scienze dell’educazione presso l’Università degli Studi di Napoli.

© Copyright by Anna Ferrucci & Casa EditriceDELTA 3
Grafica e impaginazione: Crati
Prima Edizione 1997

A colei che "lottando" per la vita
ha illuminato il senso di questa mia
esistenza: zia Alfonsina

PRESENTAZIONE

    In questa vita è importante lasciare una traccia di sé negli altri.
    Questa concezione non distoglie lo sguardo dal dolore dell’essere ma concede al divenire la bontà della scoperta.
    Vorremmo dirti, ora che leggi i versi di questa seconda raccolta di poesie di Anna Ferrucci, che prenderemo in prestito anche una poesia della prima raccolta, edita nel 1995 per i tipi del Libro Italiano, Ragusa, dal titolo: “Sensazioni”. Scriveva Ferrucci: “Cerco ciò che c’è!/[...]Che non guardi lo specchio, ma/l’anima. [...] Nuoto dentro me... naufrago nel mare/dell’attesa.” (pag. 63)
    In questa seconda raccolta l’attesa della poetessa permane in favore del cambiamento, rispetto alle emozione tenute a bada, e all’ascolto delle coordinate dell’anima. Leggiamo insieme la poesia eponima: “Sfiorando una morte vile/si assapora il senso dell’essere.
    La ragazza che ha preso a scrivere nell’età dell’adoloscenza è “Oggi donna innanzi all’anima svuotata/respingo parole che ostentano false verità,/svesto il fragile corpo della solitudine eterna che è in me.”
    C’è grande coscienza a vent’anni, tanti quanti ne ha adesso la Nostra, c’è maturità per la richiesta di uscire dall’io, che ha governato in precedenza, e assicurarsi (pag. 19). “Mani sudicie infettano il tempo di/mio figlio” (incubo, pag. 18); “non temo la potenza del silenzio, solo/le tue parole condensate, in flebili,/madre “estinta”. (pag. 27)
    Ferrucci cerca l’essenza del proprio essere e ripete, quasi affidasse ad una nenia, il bisogno di superare l’angoscia dell’instabilità interiore. Vuole accedere alla partecipazione colletiva di fronte al dolore.
    Traspare dai versi di questa sua raccolta, caro lettore, la bambina ferita dalla vanità del mondo; dal brutale contatto con l’uomo; dal recondito desiderio di pace universale, come isola nella corrente. Ferrucci “cerca” e non mente, a se stessa; lotta e non demorde dall’impegno; si specchia e sa che l’anima è un poliedro che non parla il linguaggio, degli uomini, violento. (Sei contento, lettore, ora che la poetessa è diversa da quella che abbiamo cercato di descriverti?) Noi, che leggiamo, spesso riversiamo in essi anche i nostri desideri. Poiché: “Gli occhi come rubano pensieri, mentre/cantano in pochi versi la tragica/morte... (pag. 27).

  Giugno 1996

Vincenzo D Alessio

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Miracolo

Ha scelto te, rosa dolcissima
il male... ha scelto te.
Non l’accetto.
È lento lo sbriciolarsi del cuore mio
innanzi all’impotenza.
Ogni attesa di illusione riempe
i giorni del difficile distacco.
Sei la luce che illumina
il senso dell’esister mio.
I boccioli che lasci respirano di te...
tu di loro.
Sto annegando il mio Dio
in questa rabbia di speranza.
Soffro per quel sole che tramonta lento...
tu lo segui.
Non posso fermare il vento che ti ha presa.
Voglio il tuo profumo! ...voglio te.
Cambiano le stagioni, non ci sei.
Corro...
Perdono... per questa amarezza.
Langue il tuo cuore.
Devo rubare parole alla morte
per anticiparla.
Tu, madre che culli sogni infantili
soffia sul silenzio del tempo.
Vive la pianta che ti ha generata
vivi tu... è dolce miracolo.

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Per Il Mio Amico

Amico mio vinto dal sonno.
Hai visto scorrere la giovinezza sotto gli occhi.
La dura legge della sofferenza
ha violentato la tua gioia,
rassegnandoti al vento.
Ora ha rubato anche il tuo silenzio,
la libertà che conoscevi con la speranza ha
lasciato qui, il fermo legame che ci unisce.
L’assenza sciupa cuori avviluppati nel dolore.
Sarai ombra inscindibile del mio cammino,
della mia vita.
Con te mi salverò dalla paura del brivido.
La dolcezza del passato sarà eternità con te.
Forse è anche questo la morte:
IL RICORDARE DI ESISTERE.

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Il Banco al Liceo

Giace assonnato...
a percepire le vibrazioni di un
corpo soggetto ad emozioni.
Ascolta in silenzio i passi mattutini
e origlia per i compiti non fatti.
Lotta per domare
invidie e pettegolezzi.
Il banco, il mio banco, conosciuto da tanti
amato da nessuno... resterà ad ascoltare
altre voci, quando camminerà verso
L’IGNOTO.

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Vita

Come prostituta, si dà anche per una notte.
Deteriorarsi di membra.
Sogni miracolosi condensati
in universi sconosciuti.
Consapevole realtà fatale.
Tremito di un soffio fugace.
Preoccupazione del poi.
Un sospiro represso in un letto.
Vita: smania di felicità
che annega in una feroce nullità...

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Passerotto

Felice l’aria che respiri...
freme ogni nuvola al tuo passaggio.
Tendo il palmo della mano
affinché ti posi.
Coccola così questa solitudine.
Tua ogni sensazione mia.
Mio ogni brivido che procuri.
Spogliami con l’amore che conosco,
vestimi del tuo amore.
Preda in fuga da un mondo disarmonico.
Se approdassi su questo petto senza palpito.
pace sarà il cibo quotidiano...
Se mai chiuderò il palmo,
se mai tormento adornerà la vita mia,
passerotto, non migrare nell’infinito
senza me, ma fammi vento
per svanire nell’eternità
di un attimo... soltanto.

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Fiore

Fiore appassito...
amore svanito nel buio del giorno.
Favola sbiadita.
Ti ho cercata, essenza dell’anima mia.
Dov’é il tuo soffio odoroso?
Vita che non ho chiesto,
perché torturarmi nel vuoto del “suo” nulla?
Giorni, numerano questa sofferenza.
Un’ardua sentenza:
Tu, fiore sofferente... fiore drogato... fiore mio.
Una lacrima bagna il tuo stelo chinato
in preghiera.
Si spezza il tempo non questo amore...
Un petalo ancora... ancora uno per vivere in eterno...
...con te.

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Immagini

Distillo parole insensate
per liberarmi dell’affanno.
Non ho un’isola. Intensamente la desidero.
Gli occhi di un bimbo
rabbrividiscono il mio corpo.
Piace al mio orecchio
la sensuale voce di una stella
che promette...,
questa sera concepirò un vuoto che
battezzerò: solitudine.

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Breack

Il nulla tace...
sfioro l’assoluto.

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