Vallata - Luigi De Paola - Molteplici Immagini -

Luigi De Paola
"Specchi e Parole"

Ed.:Delta 3

A mia nonna
ai miei genitori
ai miei affetti

PRESENTAZIONE

"Lampade su via,/gocciolano di luce,/imperlano balconi, /ringhiere. / d’argenti lastricano asfalto"

    È la considerazione notturna del poeta Luigi De Paola che si accinge a percorrere il sentiero dell’arte con la sua silloge ‘Specchi e parole”. È un sentiero tortuoso, ma, nello stesso tempo affascinante.
    Tortuoso perché irto di difficoltà, di amarezze di incomprensioni; affascinante perché magico, unico, divino.
    L’autore è consapevole di tutto ciò, ma accetta la sfida.
    Ci sono versi dove il pensiero si prosciuga nella materia; dove l’essere sta nell’enigma del suo fiorire e del suo consumarsi. I toni, a volte tenui e a volte forti, aiutano ad intrigare.
    Il poeta, riesce a dare un massimo di espressività con un minimo dispendio di mezzi.
    I suoi occhi narrativi diventano quelli dei gatti randagi, che nel buio travalicano il senso del vero.
    La sua è una forza nativa coinvolgente, capace di rinnovarsi, che trae alimento sia dalla realtà cosmica, che dal privato quotidiano.
    Riesce, poi, ad intrecciare spiritualmente i sogni e le speranze ai ricordi, per costituire la logica continuazione.
    Le liriche di De Paola sono pervase da una soffusa musicalità, che diventa adeguato supporto alla voce dell’interiorità, Il desiderio fluttua, avido ed inesausto, nei recinti assediati del mondo e rincorre l’assenza, il fantasma che forse non potrà nemmeno sfiorare.
Il lettore di “Specchi e parole “sarà fruitore di immagini riflesse e suoni delicati, incastonati in un magico canto.

Raffaele Barbieri

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ACCAREZZARE

Accarezzare
i tuoi occhi.
Con parole
di luce.

Trasfondere
tuo cuore,
con parole di fuoco.

Desiderarti,
lungo ordini
del tempo.

Tristezza,
d’un bambino
al sole, cuore
infalsato.
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ALBA SURREALE

Bianco cerchio
a nuovi giorni sale.

Ancora di calor restio
terra da pigro giacere leva.

Non reale aurora.

Superno luminare con incerto
pugno suo profil tratteggia;
pallido suo giungere all’oggi.

Non cielo di fiammeggi allegro;
pago, velato candore, di zaffiro sereno.

Cielo e mar come legati
in mille linee l’occhio illudono.

Indomabile d’impetuosa furia,
soI sfogo in cieca onda il mar trova.

L'infrange, senza ostacolo
in infinite goccioIe;
nei candido spumegiar.

L’albatros, il gabbiano
in lor pacato planare,
cuore guidano.

Uomo, su bufere in mar di vita
pIana, vedendo placido albegiar,
per cuor bonaccia.
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DORME IL PAESE

Dorme il paese,
le case e i monti
e i prati,
usuali stanze
piene solo
del tempo che batte
sue lance.

Lampade su via,
gocciolano di luce,
imperlano balconi,
ringhiere,
d’argenti lastricano
asfalto.

Spasima mia anima,
cuor tuona;
non trova posarsi.

Ma tu dormi
ora, dolce, come
tutto il paese,
custode dei sogni.
Al risveglio tuo cuore
sarà alba,
raggi,
verso il sole,
mattino d’amore.
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IL SILENZIO DELLA NEVE

Bianco s'immerge
l’inverno;
bianchi
come di pace.

Neve,
silente neve,
vento
lieve a posar cristalli
fioccante sorge.

Vie,
ferme d’incanti
a più fondi
e teneri
silenzi
di solite notti.

Cuor
fermo,
fra fuggenti, immobiltà
mattoni del tempo,
ai lampioni,
polverosi di cristalli.

Suo
baratro di stelle,
anima.

Risolve,
arcano d’amore,
fluendo versi;
incanto,
e pulsar di vita.

Ansimando,
trovare
tuo volto,
fra questi fiocchi.

Tepore,
di mie mura,
letto
ritornar
di tepori
a materno ventre,
m’abbracci
rinascendomi
al sole.
Non mi consumi
nell’attesa - d’averti -
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LIBERTÀ

Dove sei, amore?
Ti sento e cerco,
mai t’ho vista,
sei scolpita
nel mio destino.

Ferocia diabolica
dilunga vie;
cuore sete svuota.

Libertà invoca,
librato d’amore.

Luce di vita,
miei secreti,
energia del creato.

Stelle
scolpite di vostri
raggi il cuor
di chi tiene
mio fato.
Sorte,
via c’ognun viaggia,
cuor tal via mai vede,
nel suo fluire.

Destino,
or amare, or dolore,
stella cangiante.

Mia musa,
vinci minaccia,
accoglimi nel tuo mondo,
donami dimora di luci.

Destino,
vincerò, bagnando
cuore di tue luci.

Dona magiche
parole,
plasmare intemporanei
paesaggi,
ove seminar amore
perso.

Tuo seno,
timore di nulla.
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LUNA

Luna,
come fulgi,
baci di luce
nel cielo di sera,
già par
raddolcersi
di primavere.

Ricami
di luce
nuvole,
come se tristi.

Purezza
di venti,
era mio amore.

Dorata
pelle,
da sfiorar soli.

Il mio volo,
nelle
sue mani,
perso.

Falena d’oro
trova mio lume.

Purezza
di venti,
cieli di cristalli; (puri)
fulge,
nel cielo di sera.

Amare,
perdermi,
spirali
mio destino,
scrivere su stelle.
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MORBIDO PAESAGGIO

Essenziali rami, scarni, torti e curvi,
a bianchi coral sembianti.

Bruni orti, assopiti,
sotto surreali, bianche lenzuola.

Dipingi, fredda neve, dolce,
magico, morbido paesaggio.

Cuor sereno,
da eterei magie scaldato.
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PROVVISORIA STELLA

Notte mossa da inquieto vento;
rombante barattolo empie vie;
luna che manca appena velata;
eterne gocce di luce, nello scuro eterno manto

Un aereo lontano viaggia,
arricchendo a mo’ di provvisoria stella,
con sua incerta luce,
l’eterna,immensa cupola.

Và di la ove rosa aurora
porterà nuovo giorno su mondo.

Volo; porta un po’ me, i miei pensieri,
i miei sogni, un po’ mio cuor via lontano.

Magari tiepido rosso d’aurora accoglierà
parte di me, custode zelante,
per l’eterno, vincendo tempo.
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VIVERE

Vivere,
tempo caminar,
viali di tuo cuore,
infioriti di tepore.

Sperare,
d’aver dite tutto,
solo in tempo
che respiro si posa
e rinasce;
in tempo,
goccia cade,
svanisce
fra polveri.

Tue luci ogni
spazio d’anima.
Agl’iridi primaverili
eterno dono.

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