Vallata - Il primo canto della prima cantica: - Di Francesco Vigorita. -
Il primo canto della prima cantica:

 

Mai in vita mia m'emozionai tanto:
Dante, il Ghibellino, s'è presentato
e: "Vieni, - ha detto - riprendiamo il canto."

"Maestro" ho risposto imbarazzato,
"degno non mi sento di tal cammino,
nella scelta dell'uom Tu hai sbagliato.

E Lui: "Non senza meditar m'avvicino,
non temer l'asprezza del percorso:
ho con me pregiato cibo e buon vino".

E io: "Metti peso su piccol dorso,
non ritengo di dare affidamento,
per terra cadrò dopo breve corso."

E Lui: "Corre la vela se c'è vento,
ti toccherà solo prender nota:
ci son compagni per ogni cimento."

E io: "Ché l'intenzion non sia ignota
compiaciTi significar la traccia
sì che la testa mia sia men vuota."

E Lui: "Scompar la paura che ti schiaccia
col dir del cammin molto brevemente;
cori spero che il venir più ti piaccia:

da Noi ciò che dite sempre si sente;
facciam commento sui vostri discorsi,
c'interessa ciò che pensa la gente.

Diamo anche Noi al saper gran morsi,
tanto che da voi non c'è differenza,
anzi più retti sono i nostri percorsi.

Del capir, dunque, uguale è la potenza,
sol che non c'è motivo di far lotta
ed è più facile spiccar sentenza.

Tutte le volte che da Voi s'annotta,
siam usi far qua e là gran riunioni
per render nostra mente ancor più dotta.

 

Vediamo il senso di vostre tenzoni,
molte cose in poche semplifichiamo,
non abbiam bisogno di guiderdoni.

Delle invenzioni tutto Noi sappiamo,
del già detto teniamo al concetto,
il nuovo ogni dì ancor analizziamo.

Alle nostre ricerche poniamo affetto,
C'interessa il dire, ma più il fare,
di tutto lo sport abbiamo rispetto.

Ciò che sentiam dentro, di fuori appare,
dopo morte non c'è tema di sbaglio,
in mezzo a Noi l'iniquità scompare.

Del denaro, infatti, non c'è l'abbaglio;
esso fu ed è l'origine del male,
che v' induce a star come sotto un maglio.

Fra voi e Noi nessun rapporto vale:
non Ci affligge il tormento della vita,
di ciascuno il pensiero in alto sale.

Se vostra novità non è partita,
da Noi nemmeno arriva il contenuto;
di nuovo genio qui non c'è sortita.

Vuoi saper perché da te son venuto,
sul dove andar intendi veder chiaro,
del mio progetto vuoi avere il fiuto.

La natura l'ordine ha a caro,
d'esso si vuol precisar la statura:
infatti, di chiarezza fu avaro.

Come vedi la nostra impresa è dura:
l'ordine non si scopre dall'esterno,
necessita, perciò, sfondar le mura.

La question verte su qual sia il perno
e qual di questo sia l'estensione,
così da far chiarezza nell' interno.

 


Se sull’ordine e comun l'opinione,
s'ammette pur l'imperio d'una Legge,
di Cui si vuol sapere la stazione.

D’Essa Nostro pensier due gradi legge:
uno è materiale, quel che produce,
l'altro, quello logico, lo protegge.

In entrambi l'interazione è duce:
l’azion reciproca degli elementi
su ciascuno dei gradi è di gran luce.

D'essa sempre s'avvidero le genti,
ma furon riluttanti a legger dentro,
di qui il buio delle loro menti.

Non si capì la question che è al centro,
che, se il tutto è fatto in un certo modo,
anche ogni sua parte è tal, se m'addentro.

Ci siamo già avvicinati al sodo,
si tratta di veder le conseguenze
in modo che resti ben sciolto il nodo.

Sulla Terra fate molte esperienze,
senza criterio le classificate
e tutte insieme le chiamate scienze.

Di tal confusione il fio pagate,
qual chi loglio da grano non distingue
spesso minor valor più apprezzate.

Capita che un ladrone si fa pingue,
Che ciò che vale uno pagate sette;
molto vostro bene nel van s'estingue.

Se sull'argomento ben si riflette,
anche la spinta al saper sì si fiacca,
che è il mal primo delle cose dette.

Cosi vil metallo con 1'or s'insacca,
del giusto sapere si falsa il peso,
al razional l’irirrazional s'attacca.

Se il timor di venire e men teso,
per questi primi chiarimenti dati,
meglio anch'io strategia soppeso."

Ed io: "Gli argomenti qui indicati,
mi rendono, invero, molto curioso,
tutti i miei mezzi vi sono spronati."

E Lui: "Forse ti rende più festoso
udir che escludo sia ciel che gironi,
per il tempo che per te è prezioso."

Ed io: "Ben accetto quanto proponi:
la mia mente al Tuo dire ho predisposto,
son pronto ad ascoltar retti sermoni."

E Lui: "Spesso io col mio dire sosto:
ci sono Altri che di parlare han voglia,
ora all'Uno ora all'Altro io m'accosto.

Ognuno è più che pronto sulla soglia
e all'essenziale io tolgo il freno:
come la parte con l'inter s' ammoglia.

D’interesse ti vedo molto pieno;
dir di Dialettica è mio gran piacere,
per andar lontano solido treno.

Essa ben tutto ti farà vedere;
dall'antica Grecia prese il gran volo,
e sempre nel tutto si seppe tenere.

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